Passo 5

Analizzare i pazienti in TAO per gestire il Rischio Farmacologico

Un mio paziente è stato recentemente ricoverato per ictus cerebrale. Nonostante fosse in fibrillazione atriale permanente, non era sottoposto a terapia antitrombotica.

Come posso evitare che un episodio del genere si ripeta?

Un ictus cerebrale è un evento imprevedibile ma non sempre inevitabile. La fibrillazione atriale è una condizione che aumenta in modo drammatico (dl circa 5 volte!) la probabilità di incorrere in un evento cerebrovascolare di tipo ischemico. Tale rischio può essere significativamente contenuto mediante la terapia antiaggregante (ASA a basse dosi) o anticoagulante (TAO fino a INR compreso tra 2 e 3). Tuttavia la decisione di utilizzare la terapia antitrombotica e la scelta tra ASA e TAO (ASA: Acido Acetil-Salicilico; TAO: Terapia Anticoagulante Orale) dipendono dal profilo di rischio tromboembolico del paziente che deve essere sufficientemente elevato per bilanciare l’inevitabile aumento del rischio emorragico indotto dalla terapia. Anche quando è lo specialista a proporre il trattamento, al MMMG resta sempre la responsabilità di verificare che il paziente segua con continuità un regime terapeutico appropriato. Come orientarsi in questo difficile campo? GPG ci viene in aiuto. Innanzi tutto, come abbiamo fatto per Diabete e BPCO, andiamo nella sezione “Audit Clinico”, controlliamo la prevalenza della diagnosi “fibrillazione atriale” nei nostri assistiti e confrontiamola con il LAP e la mediana di HS. Se riscontriamo una prevalenza bassa, dobbiamo impegnarci in una azione di screening opportunistico da rivolgere prevalentemente nelle fasce di età più avanzate. La prevalenza della fibrillazione atriale, infatti, aumenta rapidamente con l’età fino a raggiungere il 9% circa negli ultra-ottantenni. In questi pazienti, manovre semplici come la palpazione del polso radiale o I’auscultazione dei toni di Korotktoff durante la misurazione della pressione arteriosa sono strumenti preziosi nelle mani del Medico di Medicina Generale per riconoscere questa importante patologia. Una volta verificata e confermata con l’ECG, la diagnosi di fibrillazione atriale va sempre registrata nella lista dei problemi.

(rif. JAMA. 2001 Jun 13,285(22):2864-70).

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